Tassa sulle sigarette elettroniche, arrivano i primi effetti

sigarette elettronicheLa tassa sulle sigarette elettroniche, introdotta dal Governo Letta, sta già riscuotendo i suoi primi effetti su un settore, solo pochi mesi fa, tra i più floridi in Italia. L’Anafe, l’Associazione nazionale del fumo elettronico, parla molto esplicitamente di “omicidio premeditato”. Gli introiti nel settore si sono infatti già ridotti del 50%, alla fine dell’anno si pensa che il calo delle vendite possa arrivare all’80%. Le sigarette elettroniche, gravate dalle tasse, sono diventate eccessivamente costose e molti consumatori hanno preferito abbandonarle per tornare alle più economiche sigarette classiche.

Nel caso in cui le vendite delle e-cig dovessero continuare a calare in modo tanto drastico, la tassazione sul settore diverrebbe inutile per le finanze dello stato, portando a introiti veramente esigui, e l’unico risultato sarebbe quello di avere ucciso il mercato delle sigarette elettroniche. Tanto le associazioni quanto i consumatori si stanno già scatenato, il coro delle proteste si fa sempre più rumoroso. L’azione del Governo ha messo in ginocchio tutte quelle imprese capaci di creare lavoro in tempo di crisi, soltanto nel 2012 il settore ha prodotto un fatturato di 350 milioni di euro, ha aperto tremila punti vendita in tutto il Paese e ha assunto quattromila impiegati.

L’Esecutivo, al momento dell’introduzione della tassa, aveva previsto un introito di 117 milioni di euro l’anno, stima che è destinata a ridimensionarsi visto il crollo del settore e le nuove aziende che sono già sull’orlo del fallimento. Eppure gli effetti positivi delle sigarette elettroniche si stavano già mostrando, ben il 10,6% di consumatori di e-cig dichiarava di aver abbandonato le classiche sigarette, con risvolti interessanti nella salute dei fumatori. Alla luce dei funesti effetti della tassazione, e delle perplessità su un effettivo scarso introito, lo stesso servizio bilancio della Camera ha sollevato serie perplessità.

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