In Italia basso costo del lavoro e contributi pensionistici alti

L’Italia in materia di retribuzioni rappresenta un unicum: un basso costo del lavoro si combina con un alto cuneo sul lavoro e con una altrettanto alta quota del cuneo attribuibile a contribuzione pensionistica. E’ quanto sottolinea il Cerm che ha analizzato i dati Ocse sui salari netti nei Paesi dell’area.

Questa combinazione, spiega il Cerm, dipende da due fattori, entrambi ad impatto negativo sulla crescita: da un lato, la contrattazione troppo rigida del costo del lavoro in un Paese dalle forti asimmetrie di produttività e di costo della vita; e, dall’altro la mancata riforma delle pensioni e del welfare. Il primo fattore scoraggia investimenti, insediamenti produttivi, occupazione e produttivita’ degli occupati. Il secondo fattore impedisce la differenziazione della spesa sociale, verso gli istituti a sostegno del singolo e della famiglia durante tutte le fasi della vita: figli, casa, conciliazione vita-lavoro, inabilita’/disabilita’, inclusione/reinclusione nel mercato del lavoro, formazione, etc.. Questi istituti sono essenziali per perseguire l’obiettivo dell’equita’ in un contesto di crescita individuale e collettiva ma, con il sovraccarico di contribuzione alle pensioni, non riescono a trovare stabili fonti di finanziamento. Il coefficiente di variazione del costo del lavoro per occupato full-time equivalente e’, in Italia, la meta’ di quello della Germania, della Spagna, della Francia, della Grecia e persino del Portogallo; mentre il 70% del nostro cuneo e’ riconducibile a contribuzione sociale, della quale oltre l’80% a finalita’ pensionistica.

Fonte: Adnkronos.it

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