Muti in calo come le vendite, la casa si affitta

Tra richiedere un mutuo oppure pagare un affitto gli italiani sembrano decisamente orientati per il secondo. E così il mercato immobiliare in Italia continua a vivere un momento di crisi prolungata attestato anche dalle ultime stime dell’Istat secondo il quale nel primo trimestre 2012 le compravendite di unità immobiliari sono diminuite del 16,9% su base annua per un totale di 154.813.

In particolare in calo le compravendite di immobili ad uso residenziale, diminuite del 17,2%, mentre quelle di immobili ad uso economico sono calate dell’11,8%. Scendendo più in dettaglio le compravendite ad uso residenziale, sono calate meno al Sud (-14,7%) mentre per quelle ad uso economico è il Nord Ovest a fare registrare la diminuzione minore con un -1,9%). Va comunque malissimo sia nelle grandi città (-17,1%) che nei piccoli comuni minori (-17,3%).

Una tendenza confermata anche come confermano dai dati raccolti da Immobiliare.it: nel primo semestre dell’anno la domanda di immobili in locazione è cresciuta il doppio rispetto a quella degli immobili in vendita. Da gennaio a giugno inoltre il prezzo medio di vendita delle abitazioni nei capoluoghi italiani è sceso del 2,7%, anche per la difficoltà che incontrano gli italiani ad ottenere un mutuo a condizioni vantaggiose.

La domanda di compravendita complessivamente è cresciuta del 10%, ma quella relativa agli appartamenti in locazione ha fatto registrare una crescita quasi doppia e anche sul fronte dell’offerta di case in vendita si registra un incremento deciso, pari ad un +9%, inferiore a quello delle case proposte in affitto (con un +16%). In pratica molti proprietari pur di monetizzare, piuttosto che svendere le abitazioni hanno preferito puntare sull’affitto anche per non pagare l’Imu su immobili inutilizzati.

Nel calo dei prezzi di vendita c’è in testa la Sardegna con una media di -7%, seguita da Basilicata e Puglia -4%. Male anche il Nord con punta di –5% anche se ci sono regioni come Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige che sostanzialmente tengono. Eccezione al contrario sembra essere l’Abruzzo che ha fatto registrare incrementi, seppur lievi, un tutte le sue province. Tra i capoluoghi va malissimo Venezia (-8,0%) seguita da Palermo (-7,5%), mentre Milano e Roma hanno perso meno con -1,9% e -1,0%.

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