Liberalizzazioni, i farmaci non passano

Doveva essere uno dei capitoli importanti della riforma fiscale operata dalla nuova manovra del governo Monti, ovviamente è tramontata. Perché almeno sino a nuovo ordine la liberalizzazione dei farmaci di fascia C sarà solo un palliativo e non una rivoluzione come prevedeva il disegno originario del testo.

E’ passato infatti l’emendamento alla manovra che prevede d’ora in poi come i medicinali prescritti con ricetta, anche se rientrano in  fascia C (e quindi non sono rimborsabili) potranno comunque essere venduti solo in farmacia, a differenza di quello che prevedeva la versione originale del decreto, ossia la commercializzazione di questi prodotti anche nelle parafarmacie e nei punti vendita autorizzati dei supermercati e ipermercati che negli ultimi due anni si sono moltiplicati sempre di più.

Quindi una chiara frenata alla liberalizzazione, anche se si lascia aperto un piccolo spiraglio visto che l’Agenzia Italiana per il Farmaco dovrà comunicare al massimo entro i prossimi quattro mesi quali saranno effettivamente la lista allargata dei prodotti in esclusiva per le farmacie che dovrà essere periodicamente aggiornata. Ovviamente queste medicine non potranno rientrare nella vendita delle parafarmacie e dei presidi presenti nei centri commerciali che però potranno “praticare liberamente sconti sui prezzi al pubblico sui medicinali purché gli sconti siano esposti in modo leggibile e chiaro al consumatore e siano praticati a tutti gli acquirenti”.

Come a dire che almeno questo round l’hanno vinto Federfarma e i suoi associati (quasi 18mila in Italia) che avevano minacciato scioperi e chiusure contro il provvedimento di liberalizzazioni. E ovviamente l’ha avuta vinta la lobby delle industrie che così potranno continuare a praticare la loro politica di prezzi.

Altrettanto ovvia,mente protestano le associazioni che raggruppano le parafarmacie: “Con l’emendamento passato ieri sera in Commissione, altro non è stato fatto che trasferire tra i farmaci senza obbligo di ricetta, quelli che già oggi possiamo dispensare, pochissimi medicinali e di scarso peso economico. Altro che liberalizzazione. La vera liberalizzazione era e rimane quella di dare ai farmacisti che operano nei nostri esercizi la stessa dignità professionale di quelli che operano in farmacia, nel rispetto e con le garanzie previste dalle leggi”. Alla fine a rimetterci sono sempre e solo i consumatori.

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