La Codacons porta in tribunale Intesa San Paolo e Unicredit

In via del tutto ipotetica potrebbero essere circa 25 milioni i cittadini interessati alla class action portata avanti dalla CODACONS.

La prima azione collettiva tutta italiana che porta in tribunale i due colossi bancari San Paolo e Unicredit.

Proprio in questi giorni lo annuncia il presidente dell’associazione dei consumatori Carlo Rienzi che risulta essere il firmatario dell’istanza arrivata nelle aule del tribunale pochi giorni fa.

L’azione legale poggia le proprie istanze sulle rilevazioni emerse dal rapporto dell’Antitrust che mette in luce delle ipotetiche scorrettezze svolte dalle banche, che avrebbero introdotto nuove e più costose commissioni a carico dei consumatori al fine di compensare l’eliminazione della “commissione di massimo scoperto”, in alcuni casi pari addirittura al 15%.

Un comportamento assolutamente scorretto e illegittimo secondo la CODACONS che ha creato ingenti danni a consumatori ed utenti che si sono ritrovati a dover far fronte a spese e rincari non preventivati, come dimostra la stessa Autorità della concorrenza e del mercato.

Queste le premesse su cui si basa l’azione legale collettiva notificata al tribunale di Torino per Intesa San Paolo, e al tribunale di Roma per Unicredit.

Da quanto emerso nel comunicato stampa presentato da Rienzi, se tali istanze saranno accettate dai giudici, migliaia di correntisti potranno associarsi alla Class Action per chiedere il risarcimento delle spese senza neppure dover fare diretto ricorso al Giudice.

Si calcola che la somma complessiva richiesta in giudizio si aggira sul miliardo di euro per ciascuna banca, una somma ingente che dovrebbe disincentivare le banche e gli enti economici a commettere azioni scorrette ed arbitrarie nei confronti dei propri correntisti che difficilmente intraprenderebbero un’azione legale individuale.

Un momento importante, questo, che vede finalmente una spinta forte verso azioni collettive che fin ora non sono mai state intraprese a differenza di altri paesi, anche se l’assenza di sanzioni forti ed incisive come ad esempio nel caso degli Stati Uniti, potrebbe rendere tale strumento poco efficace.

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