Assicurazione sul prestito, funziona

prestito1Uno degli effetti, non proprio secondari, della crisi economica che anche il nostro Paese sta attraversando è stato quello di rendere più diffidenti i risparmiatori italiani. E così sono sempre di più quelli che optano per un’assicurazione sul proprio prestito.

La conferma arriva da un’analisi effettuata da sito specializzato Prestiti.it che ha preso in esame ben 30 mila preventivi di finanziamento compilati nel 2012, mettendo in evidenza come nel 26% dei casi le richieste prevedevano anche un’assicurazione sul prestito. E la cifra media di un prestito accompagnato da assicurazione è di circa 10 mila euro, rimborsabili in cinque anni. A dominare è soprattutto la paura di non riuscire a pagare le rate del mutuo e quindi si ricorre a forme di copertura alterative.

E, come spiega Lorenzo Bacca, Responsabile business unit di Prestiti.it “la copertura assicurativa del credito è una forma di tutela che le banche offrono al titolare del finanziamento nel caso in cui non fosse in grado di sostenere il pagamento delle rate e che, al contempo, offre maggiori garanzie agli istituti finanziatori. In caso di insolvenza per mille motivi come perdita del lavoro, malattia, infortunio o decesso, è l’assicurazione che interviene, evitando che si interrompa il pagamento delle rate, secondo le clausole del contratto stipulato”.

Una scelta che è obbligatoria soltanto in caso di cessione del quinto dello stipendio, mentre nelle altre ipotesi viene lasciata libera scelta al cliente anche se sono sempre di più quelli che preferiscono tutelarsi in questo modo. Ma all’atto pratico, come funzionano? Si concretizzano in un incremento mensile della somma da pagare tenendo in considerazione durata, somma richiesta nonché età anagrafica del cliente. Quanto ai tipi di finanziamenti che nel 2012 hanno ricevuto maggiori richieste, in testa ci sono i prestiti per arredamento (31,7%), quelli per matrimoni e cerimonie (29,9%) e quelli per la ristrutturazione della casa (28,6%).

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *