Congedi parentali, un fenomeno in crescita

Sembra una contraddizione in termini ma ha anche una sua logica spiegazione: in Italia negli ultimi sei anni, da quando cioè sono stati introdotti, i congedi parentali sono cresciuti esponenzialmente nonostante il tasso di natalità infantile sia calato.

Basta prendere in considerazione, come ha fatto l’Osservatorio Inps, i dati del 2010: a fronte di nascite calate di 12mila unità rispetto all’anno precedente, le domande presentate sono state quasi 300mila, ossia un +3%.

E la cifra cresce se si considerano complessivamente i sei anni compresi tra il 2005 e il 2010 con le richieste presentate all’Inps dai dipendenti del settore privato sono aumentate di circa un terzo, a testimonianza di come dopo una certa diffidenza iniziale ormai la norma abbia preso piede. Soprattutto negli uomini che rappresentano una fetta pari al 10% delle domande.

Un fenomeno che è legato a più fattori, anche se possono usufruirne, fino all’ottavo anno di età del bambino, soltanto i genitori che possano dimostrare di avere un lavoro stabile e non un contratto precario. Ma questo non toglie che anche nelle famiglie più stabili e fortunate ci possano essere problemi di assistenza e collocazione dei bambini, legati ai molti impegni e ad orari diversi tra genitori. In fondo il congedo può essere richiesto da entrambi i genitori, anche contemporaneamente, per un massimo di 10 mesi complessivi o di 11 se il padre fruisce della norma per almeno tre mesi, con una retribuzione ridotta del 30%.

E così dai dati emerge che sempre più padri ne usufruiscono: sono infatti stati ben 27mila nel 2010 su un totale di poco inferiore alle 300mila unità. In generale è ancora il Nord a dominare la classifica, con circa 170mila richieste e la Lombardia a far la parte del leone grazie a 70.433 domande che rappresentano anche una crescita pari al 31% rispetto al 2005. A stretto giro si piazza il Veneto con 32mila domande seguito da Lazio ed Emilia Romagna mentre le ultime posizioni sono occupate dalla Valle d’Aosta, anche per logiche ragioni di popolazione numericamente inferiore, ma soprattutto da regioni del Sud quali Molise, Basilicata, Calabria, con Umbria e Sardegna a chiudere il cerchio.

Andando a sondare più in concreto quale sia il prototipo del genitore base che fa richiesta, la maggioranza spetta alla fascia di età compresa tra i 35 e i 39 anni, a dimostrazione anche di come si sia alzata l’età delle partorienti, mentre sino al 2008 a tirare le fila era la fascia 30-34. Ma salgono anche le donne più mature: tra i 40 e 44 anni sono state infatti registrate 37mila domande a fronte delle 32mila dell’anno precedente ma soprattutto le 16mila del 2005.

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