Cassa integrazione in calo, l’industria è in ripresa

Come dato secco potrebbe anche far pensare ad un’economia italiana in crescita, nonostante le difficoltà strutturali. L’Inps ha infatti comunicato che nel mese di giugno appena concluso le richieste di Cassa Integrazione sono in netto calo: si parla di 82,4 milioni di ore, a fronte delle 103,1 milioni richieste in maggio, pari ad una diminuzione del 20,1%.

Una riduzione che complessivamente riflette i dati registrati nei primi sei mesi del 2011 con un totale di 511,1 milioni di ore, ossia il 19,3% in meno rispetto al 2010.

Quel che più interessa, analizzando le cifre, è constatare come tutte le categorie, con dati diversi, siano in flessione. In giugno sono state autorizzate 18,7 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria (la cosiddetta ‘Cigo’), 33,7 milioni di cassa integrazione straordinaria (la ‘Cigs’) e 30 milioni di cassa integrazione in deroga (ossia la ‘Cigd’). La flessione quindi, rispetto al mese precedente, è stata del 5,9% per la Cigo, del 34,7 per la Cigs e del 5,4%  per la Cigd.

Scendendo più in dettaglio i cali maggiori sono stati registrati nel Nord Ovest e anche nel Mezzogiorno, con le domande di Cassa diminuite rispettivamente del 25% e del 22,3% rispetto al mese di maggio. Per quello che riguarda i settori produttivi, il segnale maggiore di rientro dalle domande è arrivato dall’industria che segnala un -21,6% rispetto a maggio 2011. In generale nei primi cinque mesi dell’anno le domande di disoccupazione sono calate del 3,8%, con un unico lieve aumento del 2,1% a maggio, così come le richieste di mobilità, scese dell’11,9%.

Un segnale che il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, definisce “univoco e forte. Il dato è coerente con la ripresa del pagamento dei contributi da parte delle aziende. E’ ripresa l’attività produttiva. Solo il monitoraggio successivo potrà dirci se si tratta di un segnale continuo”.  I sindacati, invece, non sono ancora pronti ad esultare. “Da una prima lettura dei dati – ha detto Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil – la riduzione del 20% può sembrare confortante, ma il dato che andrebbe rapportato con queste percentuali riguarda la soluzione dei problemi occupazionali. Ad oggi, infatti, non ci sono soluzioni per centinaia di aziende in crisi in tutto il Paese”.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *