I tagli della finanziaria penalizzano gli istituti culturali italiani

Gli istituti culturali sono probabilmente il settore più minacciato dai tagli previsti dalla manovra di governo. Nel caso in cui l’emendamento (che include la richiesta di cancellazione dei tagli oppure di farli rimanere nella percentuale del 10%, rispetto al 50% previsto dalla finanziaria) proposto dal Pd non trovasse approvazione, sarebbero davvero a rischio tanti musei e fondazioni, diversi tra loro per epoche , cultura e storia, ma accomunati dalla bellezza artistica che, nel nostro paese, è da sempre motivo di orgoglio. In base a numeri voci “di corridoio”, il ministro Bondi vorrebbe tagliare del 50% i fondi che vanno agli istituti, che però avrebbe gravissime conseguenze, come anche confermato da Lucia Zannino, della Fondazione Basso, che è anche la segretaria generale dell’Associazione degli Istituti Culturali Italiani.

Insomma, una scure che porterebbe al dimezzamento dei fondi, in confronto al taglio del 10% in tutti gli altri settori, appare come una punizione eccessiva. Gli studiosi, ovviamente oltre a respingere in toto questi tagli, propongono per il futuro una più giusta distribuzione delle risorse, che si fonda sulla vitalità dei progetti realizzati, che avrebbero bisogno di controlli e verifiche da un nucleo di persone competenti.

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