Dati Isae: andamento economico italiano per il biennio 2010/2011, crescita Pil e consumi

Dalle ultime stime condotte dall’ Isae contenute nel rapporto annuale sulle previsioni e l’andamento dell’economia Italiana, sono emersi dati non proprio confortanti rispetto alla posizione finanziaria dell’Italia.
A quanto pare il Pil sarà destinato a crescere di circa l’1% nell‘anno in corso, raggiungendo l‘1,4% nel 2011, i consumi registreranno una nuova interessante ripresa, mentre, per il biennio 2010/ 2011, la disoccupazione raggiungerà soglie del 8,8% rispetto ai valori del 2008 pari al 7,8%.

Il Pil è designato ad una lenta ma costante ripresa, dato il traino dettato dal rafforzamento del commercio mondiale, ma se c’è ancora un punto debole, quello resta certamente l’occupazione che per l’anno in corso non pare subirà miglioramenti di sorta alcuna, a previsione di un magro 0,7% per il 2011.

Timidi rialzi previsti pure nel settore dei consumi privati che, accompagnati però dall’inflazione, toccheranno valori del +1,6% nel 2010, per poi raggiungere i due punti percentuali nel 2011.

Nonostante non siano affatto, però, dati sbalorditivi, si può certamente guardare con un minimo di occhio ottimistico l’andamento economico futuro, che seppur lentamente continua comunque a rivelare piccoli segni di ripresa in piena conformità con “l’ala euro”, per la quale è prevista una maggiorazione del 1,1%.

Volgendo lo sguardo ai mercati globali, pare che la situazione sia ancora più favorevole, in quanto si stimano incrementi pari al 2,9% per gli Stati Uniti, con una media del 7% circa,  per la locomotiva asiatica.

Il rapporto determinato da Credito/Pil, attesta una situazione piuttosto preoccupante, in quanto le indagini condotte sottolineano come il rapporto sia nuovamente salito nel 2008/2009, tendenza che dovrebbe continuare a verificarsi anche nei prossimi anni, tanto che per il 2010 si pensi arriverà a toccare soglie del117,2% e del 118,2% nel 2011.

Da quanto emerso si può tranquillamente sostenere che la “bufera economica” che si è abbattuta sul mondo finanziario mondiale, con l’insorgere della crisi, lascerà una potente eredità sui saldi della finanza pubblica difficile da eliminare.

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