Tasso fisso, variabile o… misto?

Tasso fisso o tasso variabile? Nell’amletico dubbio sulla scelta del tasso ideale per iniziare il lungo viaggio del mutuo si inserisce anche il tasso misto (che consente di passare da fisso a variabile, o viceversa, nel corso del piano di ammortamento).

Quindi, che scegliere in questa fase di turbolenza dei mercati, a causa delle tensioni nell’Eurozona (per la crisi dei debiti sovrani) e negli Stati Uniti (per gli scontri sull’allungamento del tetto al debito pubblico)?

Bisogna premettere che, al pari di un investitore finanziario attivo, anche il mutuatario risponde a un profilo di rischio. Chi non vuol rischiare (profilo di rischio basso) sarà mentalmente orientato verso una soluzione a tasso fisso, chi vuole osare un po’ di più (profilo di rischio bilanciato) guarderà con occhio di riguardo il tasso misto. Infine, il “mutuatario aggressivo” non avrà dubbi circa la scelta del tasso variabile compensando l’incertezza sulla volatilità dei tassi con una più pronunciata attitudine al rischio.

Risparmiare soldi attraverso la sottoscrizione di mutui a tasso misto. Una possibilità che sempre più persone stanno sperimentando, attratti dalla possibilità di poter sfruttare la convenienza dei tassi di interesse variabile, potendo tuttavia passare al tasso di interesse fisso senza oneri, e alle scadenze predeterminate.

Ma questo tipo di mutuo rappresenta veramente una valida alternativa al più tradizionale tasso fisso? La risposta è abbastanza semplice: se infatti attualmente il tasso di interesse variabile è ancora conveniente, lo stesso non si potrà dire quando i tassi di mercato inizieranno a crescere con vigore, gonfiando l’importo delle rate degli impegni a condizioni indicizzate. La presenza di un’opzione ricorrente, che permette al cliente di poter passare a piacimento dal fisso al variabile, o viceversa, a scadenze predeterminate (meglio se ravvicinate), rappresenta una possibilità senza alcun dubbio interessante. Tali finanziamenti sembrano pertanto ben rivolgersi a quei mutuatari che vorrebbero contrarre una linea di credito ma sono ancora indecisi sul da farsi per quanto riguarda le condizioni di onerosità, e vogliono in tal modo conservare ipotesi di flessibilità nella gestione dell’impegno finanziario.

 

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