Nel tempo conviene di più il tasso variabile

Il Sole 24 Ore sorprende tutti, e pubblica uno studio dove dimostra come il tasso variabile sia stato quello di gran lunga più conveniente per chi ha stipulato dei contratti di mutuo a livello immobiliare, sia per quanto riguarda l’acquisto della prima casa o di altra unità immobiliare, che per riguarda la sua stessa costruzione nonché eventuale ristrutturazione (si fa, ovviamente, riferimento alla classica distinzione di mutui fondiari ed ipotecari, mutui edilizi con polizza assicurativa e ad erogazione a scandita e semplici finanziamenti per la ristrutturazione).

Prima di addentraci in quelli che sono stati i propositi della ricerca, nonché le motivazioni che l’hanno animata e quindi, fondamentalmente, i risultati che ne sono derivati, è bene sottolineare una tendenza commerciale, economica, finanziaria e anche sociale di non poco conto: quella dell’aumento delle stipule dei contratti di finanziamento immobiliare con tassi di interesse a tasso variabile. Le recenti rilevazioni del centro studi Mutui online, infatti, hanno rilevato come 4 contratti di mutuo per immobili su 10, appartengano alla categoria dei finanziamenti a tasso variabile.

Questo significa che, nonostante le problematiche finanziarie del contesto internazionale, le crisi bancarie, l’economia rallentata nella produzione e quindi nel PIL (nel consumo e peggio ancora nell’occupazione), il clima di incertezza legato a tutta una seria di proclami ed allarmi, non ha fatto perdere la testa agli operatori che agiscono nel settore immobiliare: clienti acquirenti, venditori (o costruttori), intermediari sia immobiliari che creditizi.

Quindi nonostante un flessione delle operazioni di compravendita, più che altro contingente, il mattone continua ad essere un mercato imponente, e i tassi variabili conquistano sempre più acquirenti e mutuatari. Le ragioni, a questo proposito, sono varie, e sono sia di ordine finanziario che di ordine socio-economico: a livello socio-economico, perché rendono l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione di un bene immobiliare di primaria importanza come la casa, meno sofferto, e quindi maggiormente fattibile, e a livello finanziario (anzi grazie ad esso), più conveniente. Ed è proprio questo che la ricerca effettuata dal centro studi del Sole 24 Ore è andata a dimostrare.

Prendendo a modello un mutuo di cento mila euro, stipulato venti anni fa, e facendo riferimento a venti diversi prodotti finanziari, i ricercatori del Centro studi di sintesi del gruppo editoriale hanno calcolato che il tasso più conveniente sarebbe stato quello variabile in ben 18 casi sui venti totali. La simulazione parla chiaro, e a parte il biennio che va dal 2005 fino alla fine del 2007, il tasso variabile degli ultimi due decenni si è sempre fatto apprezzare per i risultati positivi e migliori rispetto al collega del tasso fisso.

Fonte: Prestitoblog.it

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