Mutui, le banche contraggono le cifre

I risparmiatori bussano, le banche non aprono. E’ questo in sostanza il quadro dei prestiti, soprattutto quello relativo ai mutui negli ultimi sei mesi che hanno mostrato una contrazione nettissima tra la domanda e l’offerta, dimostrata dai dati raccolti dall’Ufficio Studi del sito specializzato Mutui.it che fotografa una situazione stagnante verso il basso.

Sono ben 11 i punti percentuali di contrazione, solo negli ultimi sei mesi da ottobre ad oggi, tra quanto richiesto al momento del preventivo e quanto in effetti stanziato dagli istituti bancari. Praticamente, come ha spiegato Lorenzo Bacca, responsabile Business Unit di Mutui.it, “gli italiani che richiedono un mutuo sembrano essere sempre più concreti o probabilmente consapevoli della situazione economica”. Così per ottenere un prestito si deve avanzare una richiesta ragionevole, tendente al basso, con la cifra media erogata in questi sei mesi che è di poco superiore ai 120mila euro mentre la richiesta media è pari almeno a 125mila, ossia valuto che comunque rappresentano solo il 50% dell’immobile che si voglia comprare.

Andando in specifico sulla prima casa il divario si fa anche più ampio, perché a fronte di una domanda che rappresenta quasi i tre quarti delle richiesta avanzate alle banche, la somma richiesta ad ottobre 2011era pari a 143.000 euro, mentre nel mese di aprile è passata a di 139.000 euro. Ma la cifra media erogata è passata da 127.000 a 112.000 euro, con un rapporto tra quanto effettivamente ottenuto e il valore della casa che non è nemmeno pari al 50%.

Come a dire che chiunque abbia bisogno di un finanziamento per comprare casa ha bisogno di disporre di oltre la metà della cifra necessaria, altrimenti non se ne fa nulla. Qualcosa però potrebbe cambiare già nelle prossime settimane visto che gli indici Euribor e Eurirs, quelli cioè che costituiscono i parametri per i tassi di interesse relativi ai prestiti, stanno calando sempre più, visto che ora si sono attestati fra il 3,6% e il 4% per chi scelga la soluzione variabile e fra il 5,5% e il 6% per chi invece si orienti sul tasso fisso.

 

 

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