Mutui, il tasso variabile conviene ancora

E’ il tormentone che ormai da anni interessa i risparmiatori italiani, soprattutto quello che abbiano sottoscritto un mutuo o stiano per farlo: meglio scegliere il tasso variabile o il tasso fisso, soprattutto un prospettiva futura e con la crisi che non accenna a far cessare i suoi effetti?

Al momento sembra non esserci dubbio visto che la soluzione del tasso variabile appare decisamente più conveniente visto che mediamente si piazza sotto il 2% soprattutto per la discesa repentina dell’Euribor. Una situazione che però secondo gli ultimi indici e soprattutto le proiezioni future è destinata a cambiare a vantaggio di coloro che hanno optato per il fisso e quindi sanno con certezza a quali spese andranno incontro

Ad incidere potrebbe essere soprattutto nei prossimi anni l’aumento dell’Euribor a 3 mesi che secondo le ultime stime ufficiali dovrebbe continuare a scendere fino a marzo 2013 salvo poi  risalire di almeno 100 punti base entro il giugno 2016, rappresentando quindi un bel punto di domanda per tutti. Ma soprattutto a far la differenza non sono tanti gli indici, quanto piuttosto gli spread applicati dalle banche che restano guardinghe e quindi preferiscono non esporsi gravando sui loro clienti.

Infatti gli spread bancari possono arrivare a pesare oltre il 90% su quella che è la cifra finale di una rata del mutuo. E soprattutto come ha segnalato il sito Casa24 Plus ci sono diversi istituti bancari che contattano chi ha sottoscritto un tasso variabile e ora paga di meno a passare al tasso fisso, magari anche di un punto percentuale in più, ma con certezze sul futuro che siano maggiori rispetto a quelle legate alla volubilità del mercato.

Una prospettiva che però non deve ingannare, perché a ben guardare secondo la maggior parte degli analisti il tasso variabile è destinato comunque a rimanere sufficientemente stabile anche in un arco di tempo lungo e quindi chi l’ha scelto può dormire sonni tranquilli.

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