Federalismo fiscale, gli aumenti partono dalla Rc Auto

Si chiama federalismo fiscale, si legge aumento delle tasse. O almeno è quello che sta succedendo in alcune province italiane, le prime che hanno già attuato le norme previste dai recenti Decreti Legge sul fisco comunale, provinciale e regionale.

I rincari per il momento sembrano interessare la Rc Auto in attesa di indirizzarsi anche su altre voci.

E così in almeno undici province, con un’altra ventina che sarebbero pronte a partire, l’imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile dei veicoli a motore è destinata a salire in fretta come previsto dall’articolo 17 del Decreto 6/5/2011.

Dal 2011 l’aliquota pari al 12,5% può essere aumentata, ma anche diminuita, in una misura comunque non superiore al 3,5% mentre dal 2012 entrerà a pieno diritto fra i tributi esigibili direttamente delle Province che dovranno comunque inviare le delibere di variazione dell’aliquota alla Direzione federalismo Fiscale del Dipartimento delle Finanze.

In concreto, al 23 giugno scorso, sono già undici come dicevamo quelle che a partire dal 1° agosto faranno scattare l’aumento perché ovviamente nessuna di loro ha pensato bene di venire incontro ai cittadini: si tratta di Bologna, Verona, Alessandria, Cremona, Benevento, Chieti, La Spezia, Pescara, Forlì-Cesena, Vibo Valentia e L’Aquila. Le prime dieci hanno accolto in pieno la possibilità di aumento arrivando sino al 16% mentre più morigerata è stata L’Aquila che è ferma ‘solo’ al 15,5%.

Già nei giorni scorsi Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust italiano, aveva sollevato il problema soprattutto alla luce della grandi differenze che si registrano nel Paese: “Gli assicurati del Sud si trovano a dover corrispondere premi nettamente maggiori rispetto a tutti gli altri, addirittura fino al 20%. E su scala nazionale sono emersi consistenti aumenti dei premi nel 2010, anche del 25% per assicurare un autoveicolo e di oltre il 35% nel caso di un motociclo mentre nella zona Euro, soprattutto in Francia, gli aumenti sono contenuti”.

Se per le Province, che comunque hanno chiesto di far slittare il limite posto al 30 giugno per decidere gli aumenti  e presentare i bilanci preventivi almeno di un altro mese, le procedure sono già state avviate, i comuni presentano situazioni più delicate. E nel loro caso potrebbe arrivare in soccorso anche la cosiddetta ‘tassa di soggiorno’ che potrà raggiungere un tetto massimo di 5 euro a notte in tutti i capoluoghi di provincia e nei comuni classificati turistici. Firenze ha già detto sì e comincerà dal 1° luglio seguita a stretto giro da Venezia.

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