Decreto Liberalizzazioni Rc Auto: limiti e difetti della nuova legge

Decreto Liberalizzazioni Rc Auto: cosa cambia nel settore assicurativo? In seguito al varo del nuovo Decreto Legislativo varato dal Governo Monti, ogni compagnia assicurativa operante nel ramo rc auto, dovrà sottostare all’obbligo di presentare (per ogni cliente), almeno tre diversi preventivi operanti in compagnie diverse.

C’è chi parla di una vera e propria rivoluzione in campo assicurativo, il quanto il decreto Monti sulle liberalizzazioni ha introdotto molteplici novità, tutte volte a spronare la concorrenza e conseguentemente a ridurre i prezzi delle assicurazioni.

Tra i punti critici ritroviamo l‘articolo 34 che obbliga ogni compagnia a rendere le informazioni chiare, trasparenti ed esaustive, analizzando in maniera precisa e dettagliata il contratto di stipula, e presentando ad ogni cliente almeno 3 proposte diverse. In parole povere quindi, ogni compagnia deve presentare al consumatore il proprio preventivo insieme a quelli di altre compagnie concorrenti.

Coloro che non si adegueranno alle nuove prescrizioni rischiano multe salatissime che vanno dai 50mila ai 100mila euro, oltre alla nullità dei contratti stipulati con i propri assicurati. Eppure la norma non sembra convincere né i consumatori, né le compagnie assicurative né tautomero il garante della concorrenza Giovanni Pitruzzella che sembra essersi esposto in maniera abbastanza critica!

Secondo Pitruzzella infatti, la norma rischia, in realtà,  di disincentivare il plurimandato e di conseguenza il diffondersi di politiche commerciali in concorrenza, incoraggiando inconsapevolmente il permanere di agenti monomandatari abbassando la forza concorrenziale presente sul mercato.

Poca competizione quindi, secondo l’Autorità, che ritiene fonte di vera concorrenza solo l’operato e il relativo sviluppo di reti di agenti plurimandatari capaci di fornire ai propri clienti la polizza migliore al prezzo più basso.

Resta quindi da chiedersi se questo nuovo decreto legge sulle liberalizzazioni non sia l’ennesimo buco nell’acqua del nostro Governo Tecnico che avrebbe dovuto, in poche mosse, risollevare le sorti dell’Italia.

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