Cina, progetti nel fotovoltaico

La Cina è più vicina, soprattutto perché in fatto di tecnologie innovative e ricerca di energia alternative anche ad Oriente non stanno a guardare. Lo dimostra ad esempio la China Sunergy che si è alleata con Seul Energy per un nuovo stabilimento ad Istanbul per la produzione di celle e moduli fotovoltaici.

L’accordo siglato tra le due aziende sancisce la nascita di tre nuove società battezzate Csun Eurasia che, oltre a dedicarsi alla produzione di celle e moduli solari, si occuperanno di investire in progetti di post-produzione dell’energia solare sia all’interno del paese turco sia nei paesi limitrofi. Il nuovo stabilimento occupa più di 22.000 metri quadrati e secondo le previsioni delle due aziende interessate, grazie ad esso verranno creati oltre 1.200 nuovi posti di lavoro.

A parlare del progetto è Stephen Cai, CEO di China Sunergy, il quale afferma che negli ultimi dieci anni, la domanda energetica della Turchia è aumentata in modo considerevole e proprio per questo motivo, unito alla consapevolezza che la Turchia si presenta come un paese con una delle più elevate radiazioni solari d’Europa, esso è destinato a diventare il nuovo motore dell’energia solare del continente. Per conoscere tutti i dettagli potete leggere qui.

In compenso però il 2012 è stato disastroso per il settore del fotovoltaico, non solo in Italia. A farne le spese anche la competitiva Cina, che nel 2012 ha dovuto fare i conti con chiusure in serie di aziende che si occupavano di questa materia. La notizia giunge dall’ENF Solar, che ha attuato un censimento per verificare lo stato di salute delle imprese mondiali produttrici di silicio, mannelli e moduli fotovoltaci.

Secondo i dati raccolti, la Cina attualmente può contare su un totale di 704 aziende, numero decisamente inferiore rispetto al record delle 901 imprese raggiunto nel 2011. Il motivo di questo fenomeno bisogna ricercarlo nella sovrapproduzione e nel calo dei prezzi dei moduli fotovoltaici al silicio cristallino. Infatti, a dicembre 2012 si è passati agli 0,68 €/Wp del 2011 agli 0,48 €/Wp, costringendo in questo modo, centinaia di imprenditori a chiudere i battenti e ad uscire dal mercato delle rinnovabili a causa dei costi divenuti ormai insostenibili.Per approfondire l’argomento potete leggere qui.

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