Olio esausto e campagna, la bioenergia alternativa

Un aereo che viaggia ad olio invece che a combustibile? Sembra irreale, invece è quello che sta testando una compagnia statunitense, ossia l’Alaska Airlines che in questi pochi mesi, da quando ha sposato il progetto, è già riuscita ad ottenere una riduzione di emissioni inquinanti del 20%. E successivamente ci ha pensato pure Air Canada.

Dopo la fase dei test su alcune rotte importanti, come quelle che collegavano Washington e Tokyo o ancora Toronto e Città del Messico, la Compagnia è passata alla fase attuativa, alimentando i propri aerei con una miscela di carburante comune ed olio da cucina esausto. Grazie a questo sistema innovativo è stata in grado di abbattere le emissioni inquinanti del 40% rispetto a quelle che si sarebbero registrate con il comune carburante.

Il rifornimento del biocarburante necessario per i test e per le tratte vere e proprie è stato curato dalla SkyNRG, società che si occupa di ritirare l’olio da cucina in Canada dalle varie abitazioni che tipicamente ne fanno uso. Grazie all’introduzione dell’olio il carburante utilizzato comunemente diventa fluidificato e viene bruciato in questo modo in quantità minori.

Inoltre Air Canada  è stata protagonista in occasione del recente congresso di Rio+20 durante il quale ha utilizzato i biocarburanti per favorire i collegamenti aerei tra Toronto e Rio de Janeiro. Ovviamente questa tecnologia è ancora in fase di lancio e dovrà essere perfezionata nel prossimo futuro. L’obiettivo più a lungo termine sarà quello di realizzare voli effettuati completamente senza l’utilizzo di carbonio. Per tutti i dettagli potete leggere questo articolo

Un altro fronte sul quale si sta lavorando per ridurre le emissioni è quello dell’agricoltura, dove finalmente anche l’Italia è in prima linea; infatti si calcola che entro il 2020 la produzione del 45 % dell’energia green arriverà dalle campagne e dai boschi. Attualmente l’Italia è costretta ad assumersi l’onere di importare l’85 % dell’energia consumata e ovviamente ciò pesa sulle nostre bollette con una perdita pari a circa 60 miliardi di euro nell’acquisto di petrolio e gas.

Quindi le agroenergie potrebbero diminuire la dipendenza dai combustibili fossili e determinare un grande miglioramento della qualità dell’ambiente. Inoltre lo sviluppo di questo nuovo settore si assumerebbe il compito di creare nuovi posti di lavoro stimati intorno alle 250.000 unità, anche se ovviamente servono investimenti mirati, a cominciare da quelli del governo e degli Enti statali. Chi volesse approfondire trova tutto in questo articolo

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *